Un mare
azzurro, blu,
turchese.
Alte scogliere di basalto: nidi di cormorani e marangoni dal ciuffo
bianco. Immersi nei profumi di rosmarino, lentisco, mirto, elicriso,
cisto e timo: macchia mediterranea.
Piccole
piscine naturali
residuo
del tenace lavoro delle onde, sospinte dal maestrale, che
s’infrangono
sulla costa lavica: lagune verdi ricche di pesce. Finissima sabbia
sconvolta dalle dune desertiche modellate dal vento. Oasi verde
punteggiata da palme nane.
Nell’entroterra,
poco
più
in là, stagni presso cui amano danzare i fenicotteri rosa e
volteggiare i falchi di palude. Oppure si potrà vedere il quasi
introvabile pollo sultano. Od il gabbiano corso.
Antiche
rovine.
Testimonianze di
passate civiltà che hanno apprezzato questi approdi naturali,
poste sulle rotte per le Baleari e la Spagna: straordinarie suggestioni.
Grandi aree
agricole e
grandi
peschiere.
Grande
storia: il
Giudicato
d’Arborea, Eleonora, Giudicessa, forse il più noto
personaggio
del medioevo sardo. Estremo difensore dell’indipendenza
nazionale.
Esperienza di governo al femminile. Probabilmente l’unica in
tutta
l’Europa.
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